Tre Conferenze per la PUL
- B.Gervasio
- 18 mag 2015
- Tempo di lettura: 5 min

La Pontificia Università Lateranense ha ospitato, a partire da mercoledì 11 marzo fino al 22 aprile, una serie di conferenze organizzate dall'International Observatory of Young Catholics (IOYC), per poter approfondire la= conoscenza di argomenti di attualità e di specifico interesse cattolico quali la cooperazione internazionale per la risoluzione dei conflitti religiosi, la figura del Gentiluomo di Sua Santità e le relazioni tra ambiente, società e famiglia. I temi trattati e le modalità di analisi delle vari=e materie hanno favorito lo sviluppo di dibattiti che hanno permesso agli ospiti di entrare nel merito degli argomenti esposti. I tre incontri sono stati il frutto del lavoro di coordinamento, programmazione e direzione svolto d=ai ragazzi dell’IOYC, l’area internazionale della Pastorale PUL.
In particolare, la prima conferenza, tenutasi mercoledì 11 marzo sul tema "Diplomazia vaticana e servizio al Santo Padre", ha posto una particolare attenzione sulla figura del Gentiluomo di Sua Santità. Una testimonianza diretta di tale figura è stata data dal prof. Alberto Bochicchio, che ricopre questo incarico dall'11 gennaio 1994 e che ha illustrato la sua peculiare posizione e le relative attribuzioni e responsabilità. Al riguardo, il Prof. Bochicchio ha precisato che la denominazione della figura del Gentiluomo di Sua Santità è contenuta nel motu proprio “Pontificalis Domus” del Beato Paolo VI del 1968, con il quale il Santo Padre cambiò alcuni dettagli dell’ordinamento della Casa Pontificia tra cui gli appellativi dei Camerieri di Spada e Cappa sia segreti che d’onore, che divennero appunto Gentiluomini di Sua Santità. Il compito principale di un Gentiluomo è quello di ricevere ed accompagnare i Capi di Stato e di Governo, nonché gli ambasciatori presso la Santa Sede ed altre eminenti personalità internazionali. Come ha spiegato il professore, supportato dal video dell’ultima visita di Stato del Presidente Napolitano in Vaticano, queste visite sono caratterizzate da una notevole solennità che si riflette nei movimenti e nei numerosi protocolli da rispettare. Tutto ciò al fine di creare un ambiente in cui le personalità in visita al Santo Padre possano sentirsi a proprio agio ma soprattutto fare in modo che l'incontro proceda con la massima tranquillità. Intervento molto interessante, è stato quello del prof. Antonello Blasi, docente di diritto canonico e diritto pubblico ecclesiastico, presso la Pontificia Università Lateranense, che ha apportato il suo contributo alla tematica.
La seconda conferenza, svoltasi mercoledì 15 aprile ed intitolata "Diplomazia e cooperazione internazionale - strumenti per risolvere conflitti tra identità religiose", ha visto come ospiti l'ambasciatore della Gran Bretagna presso la Santa Sede S.E. Nigel Baker, ed il prof. Vincenzo Buonomo. Il tema, di delicata importanza e costantemente oggetto di cronaca negli ultimi tempi, ha dato la possibilità di approfondire il ruolo che viene svolto dalla diplomazia dei diversi paesi al fine di evitare conflitti di matrice religiosa. Nel suo intervento, l'ambasciatore ha cercato di fornire un quadro generale circa il contesto in cui opera la diplomazia, prendendo come spunto le innumerevoli attività che vengono svolte nel suo Paese. In modo particolare, egli ha focalizzato la sua attenzione sulla religione, diventata elemento di sempre maggiore importanza nel corso degli anni e che necessita una sempre più elevata tutela. Secondo l'ambasciatore, per gran parte del ventesimo secolo la generazione dei diplomatici e dipendenti pubblici occidentali è stata notevolmente influenzata dalla teoria secolare e, per tale motivo, il pensiero politico ha ritenuto poco rilevante la trattazione di temi religiosi nell’ambito degli affari esteri. Tuttavia, negli ultimi tempi è emersa una realtà che risulta andare nella direzione opposta. La religione, infatti, domina sempre più le cronache recenti e diventa oggetto di un maggiore interesse da parte della diplomazia. Ciò ha come diretta conseguenza soprattutto i numerosi conflitti di carattere religioso che stanno dilagando in tutto il mondo e che spesso si manifestano tramite azioni violente i cui orrori vengono costantemente portati alla ribalta delle cronache mondiali. Per far fronte a queste brutalità, si ritiene necessaria una maggiore cooperazione di carattere internazionale che abbia come elemento fondamentale il dialogo e che politici e diplomatici pongano alla base del loro impegno una reale ed intima comprensione della fede, superando il mero atteggiamento passivo e spesso disinteressato derivante dalla propria attribuzione specifica. Il punto focale della riflessione dell’ambasciatore ha individuato nell'assenza della libertà di professare il proprio credo, il fulcro del conflitto religioso. Secondo i dati forniti nel corso della conferenza, circa il 70% della popolazione mondiale vive in paesi che hanno restrizioni significative sulla religione. Comune denominatore è che la mancanza di libertà religiosa ed il conflitto che si genera rappresentano un ambito concreto di azione che va a delineare un campo nuovo su cui la diplomazia deve agire. L'intervento del prof. Buonomo, seguito alla riflessione dell’ambasciatore, ha chiarito in primo luogo la necessità che il diritto internazionale compia un salto qualitativo in quanto l'oggetto del conflitto non è una specifica religione ma "la religione", comprendente tutti i diversi credi diffusi nel pianeta. Inoltre, secondo il professore, non bisogna considerare l’elemento religioso come un accadimento privato che si aggiunge alla quotidianità, ma come un qualcosa che ha rilevanza pubblica in quanto è in grado di influenzare positivamente o negativamente i processi sociali e le relazioni internazionali; spesso, invece, la concezione europea riduce la religione ad un problema riguardante la sfera privata. Anche il prof. Buonomo ha proposto il dialogo come soluzione ai numerosi conflitti religiosi; ciò, infatti, permetterebbe di ottenere la mediazione tra le varie religioni e la protezione delle stesse, attraverso strumenti di mediazione che possono essere messi in atto per mezzo di organizzazioni di carattere internazionale. Bisogna ricordare, inoltre, che per ottenere un dialogo bisogna essere razionali; solo attraverso la ragione è possibile dialogare anche partendo da presupposti giuridicamente diversi. La razionalità, infatti, individua criteri di dialogo comuni. Il prof. Buonomo ha individuato tre modalità principali di realizzazione: Dialogo interreligioso in senso stretto pe=r prevenire ogni forma di violenza; Dialogo tra gli Stati, attraverso le varie istituzioni; Approccio locale, ad esempio con le missioni che godono di un contatto diretto con il problema, che arriva anche oltre la capacità delle istituzioni.
Il professore ha terminato il suo intervento introducendo il termine di "religicidio", ovvero di colui che uccide in nome della religione e pone la domanda sulla competenza dell'accertamento di un tale crimine.
Infine, il terzo incontro ha avuto luogo mercoledì 22 aprile sul tema "Ambiente, Società e Famiglia - dibattito tra cultura dello spreco e diritto allo sviluppo". Sono intervenuti Sua Eccellenza Mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, e l'onorevole Gian Luca Galletti, attuale Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
La discussione è stata introdotta dal Rettore Magnifico che, riportando le parole di Papa Francesco, ha sottolineato quanto la nostra società sia sempre più caratterizzata dalla tirannia, dal denaro e dalla discriminazione e scarsa valorizzazione dell'uomo. Esempio di ciò è il paradosso dell'invisibilità dei poveri e dei malati. Sulla base dei dati statistici, un bambino su tre soffre la fame e la nostra risposta, in primo luogo come cristiani, non può che essere solidale con le parole del Papa quando afferma che bisogna rispettare il creato e prestare attenzione ad ogni persona in modo tale da contrastare la cultura dello spreco. Il discorso del Papa pone al centro una tematica rivolta a tutti, indistintamente, non solo ai fedeli di confessione cattolica, in quanto affermazione del senso comune che ciascun essere umano dovrebbe avere. E' seguito l'intervento del direttore dell'IOYC, il dott. Domenico Musso che ha paragonato lo spreco ambientale a quello "umano", toccando temi di particolare rilievo quali la poligamia e il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Infine, il Ministro Galletti ha dato testimonianza della sensibilità del Governo su tale tematica ed ha illustrato le azioni che sta ponendo in essere per la difesa e la tutela dell’ambiente. A tale proposito, ha citato la vasta campagna di sensibilizzazione che il Governo sta portando avanti contro lo spreco, nel tentativo di prospettare all'economia nuovi obiettivi da perseguire, incentrati su una produzione che può essere definita come "eco-friendly". A riguardo, la necessità di trattare e smaltire adeguatamente i rifiuti sta attraendo l'interesse di industrie e investitori; è quindi fondamentale coordinare queste tendenze per favorire la nascita di cicli industriali che abbiano a cuore la tutela dell'ambiente.
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