12xLui: India e Birmania le prime tappe dell'Erasmus della Fede
- F.Battaglia F.Pavia
- 18 mag 2015
- Tempo di lettura: 4 min

F - Ciao FabioMassimo!
FM – Ciao Birmano!
F – Ti offro un caffè; raccontami… Com’è andata in India? Come si vive la spiritualità da quelle parti?
FM – Grazie, siamo i primi a tornare, abbiamo una grande responsabilità! In india è stata un'esperienza bellissima, dura, a volte difficile ma incredibile. E credo che tu possa capirmi quando dico incredibile! Per quanto riguarda la vita spirituale ho appreso davvero tanto. Sin dall'inizio mi ha colpito il loro entusiasmo e la loro gioia. Nella preghiera ci mettono davvero il cuore. In India la vita è scandita dalle religioni, sono veramente molto devoti ed è la religione il motore di ogni cosa. I cattolici in Kerala sono più numerosi rispetto alla media degli altri stati indiani e si danno davvero da fare. Come ti ho detto, mi sembrava di vivere in un formicaio!! Tutti operosi ed impegnati, ogni comunità parrocchiale si impegna in diverse attività caritatevoli per la popolazione locale. Sono pieni di idee e si danno molto da fare. Ho scoperto con gioia che l'esempio che tutti seguono è proprio quello di Madre Teresa di Calcutta; ti ho detto che ho trovato un suo libro scritto in inglese no? E' stata una guida anche per me. Dimmi un po' da te come erano i nostri amici Birmani?
F – I cristiani sono pochi ma buoni. Sono molto concreti, molto devoti: riescono a vivere la loro spiritualità quotidianamente con molta energia ed entusiasmo nonostante siano mal visti dal governo che li opprime. Ho partecipato ad un meeting di giovani salesiani ad Anisakhan, dove ho potuto sentire la gioia di annunciare il Vangelo proprio dai questi ragazzi! Erano più di 2000 giovani che provenivano da tutte le regioni del Myanmar, ogni regione aveva i propri vestiti tradizionali, ma nella preghiera in tutti traspariva una sola guida, una sola strada, un solo volto…quello di Gesù!
FM – Interessante, hai visto? Abbiamo dei punti in comune! Dovremmo riuscire a portare questa gioia anche da noi. Spesso noi siamo cattolici un po' da poltrona, ci piace parlare ma stando comodi. Su questo credo che abbiamo imparato tanto dalle nostre esperienze e adesso dobbiamo farlo capire anche agli altri: rimboccarsi le mani che e lavorare, "scendere dal balcone e non vivacchiare ma vivere" come dice Francesco!! Nei momenti più difficili, quelli dove la fatica non era fisica ma interiore, mi sono sentito veramente sorretto e trasportato. Prima di partire sapevo che non sarebbe stata una vacanza, ed infatti cosi è stato. Ma anche nei momenti più duri sono riuscito a vedere la gioia e la speranza! Credo di aver imparato a pregare in modo più vero, con amore. Vedrai che bello quando torneranno anche gli altri: dovremo essere in grado di testimoniare quello che abbiamo vissuto! Credo sia questa la nostra vera missione. Con che spirito ti sei preparato? E come hai vissuto questa esperienza?
F – Non ho avuto una preparazione particolare, ma molte volte ho pregato perché Gesù mi desse la forza di saltare ogni ostacolo ed essere pronto a portare la mia croce e quella degli altri; quella era la mia paura più grande! Ma alla fine, mentre ero lì… era l’ultimo dei miei problemi perché vivere in mezzo a quella gente è stata un’esperienza piena di vita. Inoltre, ho promesso a me stesso che non mi sarei informato su nulla del Myanmar e che avrei vissuto questa esperienza come un libro vuoto: tutto da scrivere; l’importante era imparare ad amare come Gesù! In particolare mi ha fatto piacere condividere con i novizi del collegio la vita di preparazione al seminario. Ho visto con tanta ammirazione le loro giornate e di come la preghiera non toglie tempo, anzi riempie, colorisce e scandisce il giorno: con la preghiera ho scoperto che ogni giorno è importante. Tu Fabiomassimo dopo questa avventura come ti senti?
FM - Eh, sono frastornato, sconvolto. Ma in senso positivo!! Ho imparato a guardare le cose da una prospettiva diversa, più semplice, più umile. Ti assicuro che mi sento più sereno. Ho riscoperto il valore delle piccole cose, l'importanza delle persone e non delle cose!!! Non hai idea di quello che un semplice sorriso può fare quando sei pronto a donare! Se ti devo dire la verità, ero partito con chissà quali idee per aiutare e darmi da fare, ero partito convinto di dover solo dare. Ed invece torno pieno, carico di doni, di sorrisi e di affetto! Sicuramente torno dopo aver ricevuto mille volte di più di quanto io abbia dato, e ti assicuro che mi sono impegnato al massimo per dare tutto! Tu, come ti senti?
F – Io mi sento una persona nuova! Pensavo di essere lì per comprendere, evangelizzare, dare; ed invece sono stato compreso, evangelizzato ed ho ricevuto molto di più di quanto ho dato. Incredibile! Ho capito che la periferia non fa il III mondo: la periferia è per i cuori insicuri, chiusi, per chi dedica la vita per gli idoli. E quindi ti devo confessare che dopo il Myanmar il mio viaggio è ripartito per comprende, aiutare ed evangelizzare le persone che quì vivono la loro periferia spirituale. Ma per caso hai notizie dell’altro ragazzo del 12xLui in Amazzonia?
FM – Non abbiamo sue notizie da giorni!
F – Vuol dire che è nelle mani del Signore!!
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